mercoledì 22 maggio 2013

#TISALUTO

Ognuno di noi può fare la differenza: leggete questo breve e interessantissimo articolo, impariamo anche noi ad alzarci e andarcene dicendo #TISALUTO, insegnamolo ai nostri figli! :)
http://vitadastreghe.blogspot.it/2013/05/tisaluto.html

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In Italia l'insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.

Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.

In Italia l'insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all'umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.

Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest'anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.

L'abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L'abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.

Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).

Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.

Sarebbe un modo pubblico per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo.
Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.
Andiamocene. E diciamo #tisaluto.

Questo post è pubblicato/ribloggato in contemporanea anche da altre/i blogger: Marina Terragni, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo, Giovanna Cosenza, Sabrina Ancarola, Mammamsterdam, Zeroviolenzadonne, Un altro genere di comunicazione, Ipazia è(v)viva, La donna obsoleta, Laboratorio Donnae, Sud De-Genere,Coppette amore e..., Politica Femminile, Caso mai, Zauberei, Cosmic Mummy, in genere, the new Brix Blog, Mammaeconomia, Donne in ritardo, Valentina Maran, malapecora, Essere Donne, I Fratelli Karamazov, Anarkikka, Il porto delle nuvole, Considerazioni di una donna, Donne Viola, Sabrina Barbante, Ho fatto il composto!, Carla "conta" e crea, Blog di Sara, 101 uomini più..., Elena, Se non ora quando, EMPOROS, La solita Simonetta, No alla violenza sulle donne, Non lo faccio più, L'Italia che cambia, ma la notte no!, corpografie sessuali, Family Life, The Blake House, A.R.P.A. Raggiungimento Parità, La fila indiana, miniEva

E nella versione maschile da Lorenzo Gasparrini, Mente Miscellanea, O capitano! Mio capitano!

Se ti va, copincollalo anche tu!

martedì 14 maggio 2013

Il bicchiere mezzo pieno: la crisi

Un proverbio giapponese dice:
Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.
Così, stamattina mentre ero in auto ho cominciato tra me e me a fare i conti dei lati positivi della crisi, e me ne sono venuti alcuni.
Ci sono in giro molte più biciclette: sarà che il caro benzina non si ferma mai, e la spesa per dissetare i serbatoi sempre vuoti diventa via via più pesante per le tasche delle famiglie italiane, ma mai come ora si sono viste in giro tante biciclette, soprattutto nelle prime ore del mattino in settimana; studenti, ma anche impiegati, commesse… complice il bel tempo, non sembra più di stare in una trafficatissima città del Nord Italia, grigia e chiusa nelle sue scatolette con le ruote, ma finalmente in una delle città dell’Emilia Romagna, mi ricorda il mare di biciclette di Parma e Bologna (ci arriveremo sì, anche qui a Torino). Chissà, magari spegnendo i riscaldamenti e smettendo di usare l’auto in modo compulsivo… anche l’aria che respiriamo migliorerà.
Molte mamme si trovano a dover affrontare i tagli alle entrate e la spesa al supermercato: come risultato, c’è stato un crollo del 4% sull’acquisto dei piatti pronti, quelli che si comprano nei reparti frigo del super e che son pronti in un batter d’occhio; pratici sì, ma a conti fatti ben più cari della somma dei singoli ingredienti. Tanto vale allora provare a cimentarsi in cucina: con tutti i programmi di cucina in onda a qualsiasi ora, non dovrebbe essere difficile!
 Alla diminuzione degli acquisti dei prodotti confezionati, corrisponde invece un aumento dell’8% del consumo di uova, farina, e tutti gli ingredienti usati per la preparazione dei dolci: vuoi vedere che finalmente i bimbi torneranno ad andare a scuola con la merenda preparata dalla mamma? Che dolci i bimbi con la fetta di torta arrotolata nel tovagliolo o nell’alluminio…
Abbiamo riscoperto il piacere di invitare a casa gli amici, e passare con loro una serata in compagnia, non per forza vestiti di tutto punto ma un po’ più liberi e informali; di questo si lagnano un po’ le pizzerie, i ristoranti ed i luoghi di ritrovo, ma non troppo: basta infatti cercare il locale che faccia il servizio di “apericena” e si riesce a mangiare fuori in compagnia degli amici (alcuni posticini sono veramente una sorpresa) senza dover preparare, né spendere capitali in cene.
Aria di novità anche tra le proposte gastronomiche: aprono infatti molti piccoli locali specializzati in menù semplici, fatti di taglieri, di zuppe, di piatti contadini tipo le patate ripiene, che nessuno di noi avrebbe sognato di mangiare al ristorante, ma che tanto conforto danno allo stomaco (ed al portafogli!).





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venerdì 10 maggio 2013

Vogliamoci (più) bene...

La scorsa settimana ho visto un video di Dove nel quale risulta evidente che le donne non riconoscono la propria bellezza, e fissano nella mente la propria immagine in base a quello che "incamerano" dai commenti altrui circa i loro "difetti" o sul come si vedono la mattina appena sveglie; quel "qualcosa" che non piace di sé diventa un elemento fisico che si fissa nella percezione di sé e sono assolutamente sorprese nello scoprire che gli altri le vedono in maniera molto più piacevole.

Il pensiero mi è volato a quando effettivamente pensai tra me e me che mi sarebbe bastato un po' di trucco per cancellare la stanchezza dal viso e rendermi più esteticamente piacevole, come se l'essere un po' stanchi fosse prova di scarsa gradevolezza. Ci avevo perfino scritto un post!

Oggi penso che prima di tutto sarà necessario guardarci allo specchio con più amore, più simpatia ed empatia, senza mai dimenticare di prenderci cura di noi stesse, soprattutto per quanto riguarda la sfera della salute, abitudine che è alla base di una lunga, felice e soddisfacente vita con i nostri cari.

Questo è il video: